Quella gonna che ha accompagnato ogni incontro speciale, trasformata in zainetto, il grembiule del primo giorno di scuola che diventa borsa per la spesa e poi magliette, spolverini, impermeabili, vestiti da sera: c’è una nuova vita per tutti nei laboratori de la Gagiandra, cooperativa sociale che collabora con la Casa dell’ospitalità di Venezia e di Mestre.
In veneziano la “Gagiandra” è la tartaruga, lenta e coriacea, come le buone idee, la creatività. Per i fondatori della cooperativa, Sergio Volpe (che in tempo gestiva la libreria Il Fontego) e Irene Gomez, è il simbolo di esistenze che, anche attraverso esperienze dure e dolorose, hanno acquisito una forza che consente loro di abitare il mondo intero come casa comune. Tutti gli oggetti de la Gagiandra sono realizzati a mano, a partire da abiti dismessi e altri tessuti recuperati. Dopo averli lavati, vengono preparati per essere rigenerati. Di nuovo c’è solo il filo per cucirli, qualche bottone e tanta fantasia. Per scoprirne i risultati il giorno giusto è sabato 29 settembre, dalle 15 al tramonto, nella sede dell’ex ospedale Umberto I, alla fine di fondamenta dei riformati, a Sant’Alvise (Cannaregio). La Gagiandra presenta lo spazio, il progetto, i laboratori, con un invito speciale per i bambini ai quali è riservato il gioco Cavallocalzino, ovvero come trasformare il vecchio calzettone lungo di papà (o mamma, nonno, fratelli grandi….) in un ronzino.